Questo è il mio primo libro di narrativa, "Carlo-Ahmed, di padre progressista". Descrivo la storia di un padre di sinistra, Libero Bottazzi, e del figlio ribelle Carlo, in seguito "ribattezzatosi" Ahmed. Non è facile a mio avviso essere ribelli con un padre di sinistra. Così ho immaginato questo figlio che cerca motivi di contrasto laddove è difficile trovarne. Perché, di fatto, anche un padre di sinistra tende ad essere incontestabile, come quelli dell'ottocento o quasi. Per motivi opposti ma il risultato è lo stesso, l'incontestabilità, cosa di per sé deleteria per un figlio. Così Carlo-Ahmed si arrabatta per uscire da questo cono d'ombra di incomunicabilità, e lo trova proprio in qualcosa che in realtà è lontanissima dalla mentalità del padre, qualcosa che nei fatti è quanto di più antiliberale offra il "mercato". L'Islam, quello più radicale. In realtà a questo ragazzo dell'Islam non gliene importa poi tanto, lo usa per andare contro il padre, per contestare il suo politicamente corretto, le sue stantìe frasi fatte sinistroidi, la sua convinzione di rappresentare la parte migliore della società e della storia.

E' vero, potevo fare di questo figlio un prete, ma mi interessava acuire i contrasti e non spegnerli, inoltre sarebbe stata una cosa vagamente già vista, una specie di Don Camillo e Peppone riadattati. Anche se il cognome Bottazzi è un piccolo omaggio proprio a Guareschi, Bottazzi è infatti il cognome di Peppone.

Questo scontro alla fine diventa simile, in scala ridotta, a quello tra Oriente e Occidente, e il libro si trasforma per lunghi tratti in un saggio narrativo che tenta di spiegare le ragioni storiche e le ragioni attuali di questi contrasti.

Inoltre ci sono anche diverse poesie, visto che il mentore di Carlo-Ahmed, Said, cerca di insegnargli - con pochi frutti - sia l'arabo che la religione islamica con la poesia.

Quindi il libro è, di fatto, un saggio narrativo con diversi elementi di poesia. Un po' sperimentale, forse, ma di certo diverso dagli altri. In un certo senso è il libro che avrei voluto leggere e non ho mai letto.

 

 

Il mio secondo libro è "Psicoanalisi di un amore".

E' la storia di un incontro casuale ma determinante per la sorte di due persone, Alberto e Kristina. Lui la salva proprio mentre lei cercava la morte. Il fatto è che anche lui cercava di morire...

All'inizio sembra che i due si perdano di vista, ma dopo varie peripezie nasce questa particolare storia d'amore, dove lei si rivela essere una psicologa, capace di analizzare i difficili rapporti rapporti che lui vive con i componenti della propria famiglia. Lui invece si scopre all'improvviso poeta, colpito dalla grande sensibilità e intelligenza della donna.

Lo schema narrativo è lo stesso di "Carlo-Ahmed, di padre progressista", cioè una narrazione romanzata ma dai forti contenuti saggistici e con elementi di poesia.

A differenza della religione e la politica, stavolta l'argomento del libro sono l'amore e i rapporti umani nelle loro diverse forme, nel contesto familiare e al di fuori.

Quindi di nuovo narrativa, saggio e poesia che si intrecciano. Una convivenza che nulla toglie alle rispettive forme narrative, anzi le esalta: c'è tutto il coinvolgimento del romanzo, l'analisi della saggistica e l'astratto volo della poesia.